28 aprile 2009

Ancora Resegone




25 Aprile 2009

E ‘ arrivata la primavera (o quasi) quindi riprendo le mie escursioni in montagna. E’ vero che volevo fare anche qualche escursione invernale, ma per un motivo o per l’altro non ci sono riuscito.

Bene. Voglio ricominciare con qualche cosa di non troppo impegnativo. Mi documento un po’ e alla fine scelgo il Resegone. L’idea e’ quella di salire in vetta, per poi sostare al rifugio Azzoni. Tra i vari percorsi scelgo il sentiero numero 7., che dai Piani d’Erna, passando per il Passo del Giuff e le Forbesette porta al rifugio e poi in vetta. Il percorso dovrebbe essere abbastanza agevole e ideale per la prima “sgambata”.

Arrivo alla stazione a valle della funivia verso le 8.15, faccio colazione al bar e poi salgo ai Piani in funivia.

Uscito dalla stazione della funivia, seguo le indicazioni per il sentiero N’7 e il Passo Giuff. Il sentiero sale dolcemente verso il bosco. A causa della pioggia dei giorni scorsi c’e’ parecchio fango ma si procede abbastanza spediti.
Salendo il sentiero si copre di neve, da prima una decina di centimetri, che proseguendo si fanno sempre piu’ spessi. Ogni tanto sprofondo oltre il ginocchio. Seguo delle vecchie tracce che a volte spariscono. Di tanto in tanto affiora su qualche masso un segnavia che mi conforta sul fatto che sono sul percorso giusto.

Dopo una buona mezz’ora di cammino arrivo in un vallone, dove e’ caduta una slavina, ci sono alcuni alberi spezzati. La neve e’ molto alta, ora sprofondo fino all’inguine. Non riesco piu’ intravedere le tracce e nemmeno un possibile sentiero. Non posso piu’ proseguire, inutile rischiare, troppo pericoloso; penso “…e se cadesse un’altra slavina”. A malincuore torno indietro. Rinuncio alla vetta.


Alle 10.00 sono di nuovo al punto di partenza. Ma di tornare a casa non ne ho voglia, parlo con altri escursionisti e mi dicono che l’unica via per salire in vetta e’ quella diretta, ossia il sentiero N’ 5 e poi il N’ 1.

Non e’ proprio il sentiero “facile” che avevo in mente, mi incammino con il proposito di “mollare” nel caso il percorso fosse troppo impegnativo. In realta’ il primo tratto (sentiero N’5) e’ un saliscendi nel bosco che, fango a parte, risulta piacevole. Attraverso facilmente un paio di canaloni innevati, niente da che vedere con quello di prima. Poi il sentiero comincia salire fino alla intersezione con il N’1.
Ora il sentiero si fa piu’ ripido, comunque proseguo senza troppa fatica.
Dopo l’intersezione con il sentiero che porta alla Ferrata del Centenario, il percorso si fa un po’ piu’ impegnativo, ci si deve arrampicare tra roccette, ma almeno e’ libero da neve.

A cento metri dal rifugio c’e’ una bella “sorpresa”. Il canalone, che e’ piuttosto ripido, e’ completamente coperto di neve, qualcuno davanti a me, non se la sente e giustamente torna indietro.


Anch’io ho qualche dubbio se proseguire, ma anche se la fatica ora si fa sentire, nel complesso mi sento bene. "Tasto" un po’ la neve e poi passo dopo passo arrivo alla soglia del rifugio. Passo oltre e salgo in vetta, ossia la Punta Cermenati (1875 slm) la piu’ alta del Resegone, dove si erge un’imponente croce di ferro.


Purtroppo il cielo e’ molto nuvoloso e del bel panorama circostante si vede ben poco. Fa anche parecchio freddo, considerando che e’ il 25 Aprile.

Scendo al rifugio, sono le 12.30, mi concedo una tazza di te’ ed una fetta di torta.
Il tempo peggiora, meglio affrettarsi a scendere.

In discesa il canalone innevato mi mette un po’ di timore, per maggior sicurezza calzo i ramponcini.
Lasciato il canalone innevato, seguo il percorso fatto per salire, fino ad arrivare ai Piani d’Erna, sono le 15.00.

Come prima uscita in montagna non c’e’ male, sono proprio soddisfatto.