13 agosto 2009

Le Marmotte di Chiareggio

4 Agosto 2009

mi avevano raccontato di un posto, in Valtellina, dove le marmotte sono cosi' abituate alla presenza dell'uomo che vengono a mangiare le carote dalle mani.


Ho fatto una breve ricerca in Internet ed ho scoperto che il posto in questione e' Chiareggio, l'ultimo borgo della Val Malenco, dove la valle e' chiusa dal maestoso Bernina.


Appena entrati in paese, c'e' un piccolo posteggio, e poco sopra, un sentiero porta ad alcune rocce, dove si nascondono le tane delle marmotte.
Non facciamo in tempo ad arrivare al masso piu' grande che ci si fa incontro una bella marmotta, ci avviciniamo con le nostre carote e subito se ne prende una che rosicchia poco lontano.


Poi passato il timore (piu' nostro che della marmotta), viene a mangiare le carote direttamente dalle nostre mani, con grande gioia dei bambini.

Notte sotto le stelle

30 Luglio 2009

In questi giorni sto leggendo libri sulla montagna. Ho letto “La Montagna Nuda” di Reinhold Messner e “Montagne di una vita” di Walter Bonatti. Tra i tanti episodi citati, in entrambi i libri mi hanno colpito le descrizioni dei bivacchi ad alta quota. Sia Messner che Bonatti hanno trascorso notti seduti nel ghiaccio ad oltre 8000 metri, protetti dalla sola giacca a vento.

Bonatti racconta che da giovane, per prepararsi alla prima invernale sulle Tre Cime di Lavaredo, era solito salire d’inverno in Grigna e li’ passare la notte prima di affrontare qualche parete di allenamento.
La cosa mi ha incuriosito parecchio e mi ha dato lo spunto per fare una “prova” di bivacco (comodo) alla prima occasione.

L’occasione e’ arrivata per il 30 luglio, quando sono stato invitato alla consueta ”mangiata” al Rifugio Lecco (Piani di Bobbio) organizzata dal padre di un mio amico.
Quindi invece che salire la mattina in cabinovia, sono salito a piedi la sera prima, percorrendo il sentiero che porta al Rifugio Buzzoni (vedi post del 20/10/2008).
Quando sono giunto al Passo del Gandazzo ormai era buio. Ho proseguito oltre, illuminando il sentiero con la lampada frontale.
Arrivato al Passo del Cedrino, ho cercato un pianoro erboso a lato del sentiero e mi sono sistemato per passare la notte all’aperto.
Mi ero portato un pile ed un sacco a pelo leggero, ma nonstante fosse Luglio, la notte e’ stata piuttosto fredda. Inoltre non mi aspettavo cosi tanta umidita’, alla mattina ero completamente bagnato.

La mia “ridicola” esperienza di bivacco mi e’ stata sufficente per capire quale tormento sia un bivacco serio in montagna.

L’aspetto positivo e’ venuto dal cielo, era tanto tempo che non vedevo cosi’ tante stelle, nonstante ci fosse anche qualche nuvola.

Grigna Settentrionale o Grignone

21 Giugno 2009

Sono stato invitato da alcuni amici a partecipare ad una escursione sul Grignone. Lasciate le auto al Passo del Cainallo, abbiamo seguito il sentiero che indica i rifugi Bogani-Brioschi (N°25) e Bietti-Brioschi (N°24). Ad un certo punto il sentiero si divide, a destra per il rifugio Bietti, diritto per il Bogani.


Noi abbiamo proseguito diritto e, usciti dal bosco, siamo giunti nei pressi di una baita.
Sul retro della baita c’e’ un sentiero che porta ad una ghiacciaia naturale. Si tratta di una grotta verticale, profonda una decina di metri. D’inverno vi si accumula la neve, che ghiaggiando, si mantiene per tutta l’estate. Nei tempi andati il ghiaccio veniva raccolto e venduto per “alimentare” le ghiacciaie domestiche.
Avevamo intezione di calarci nella grotta, ma non avendo ne’ lampade ne’ corde per assicurarci, abbiamo desistito.


Ritornati alla baita, abbiamo ripreso il nostro cammino al rifugio Bognani, dove siamo giunti per pranzo.
Dal rifugio Bogani, abbiamo preso il sentiero N°19, direzione rifugio Bietti. Passate le Bocchette di Prada, siamo giunti nei pressi di una cappella, dove un sentiero sulla sinistra porta alla Porta di Prada, una roccia ad arco. Per me e’ stata una bella sorpresa, non immaginavo di trovare uno scenario simile sul Grignone.


Ma le sorprese non erano finite, su una roccetta li’ vicino, abbiamo trovato due stelle alpine. Mai prima d'ora mi e’ capitato di vedere le stelle alpine “dal vivo”.


Dopo una doverosa siesta su una radura erbosa, siamo ritornati al Passo del Cainallo per il sentiero N°24, richiudendo ad anello la nostra escursione.

E’ stata una bella camminata, fatta in buona compagnia e in un’ambiente che mi ha riservato emozioni insospettabili.

10 agosto 2009

Alta Val Verzasca (Svizzera)

1 Giugno 2009

Alle 8.30 del mattino mi telefona un amico, proponendomi di accompagnarlo a fare un “sopralluogo” in un posto in Svizzera. Vuol verificare se l'escursione, di cui ha letto in un sito internet, sia davvero facile da poter fare con la famiglia.

Si tratta di un posto in Val Verzasca, oltre la diga dove sono state girate alcune scene del film di 007, Goldeneye.

Il sentiero parte da Lavertezzo, all'altezza dell'antico ponte di pietra e seguendo il torrente porta a Brione.



In realta' questo percorso e' chiuso, perche' c'e' una grossa slavina che minaccia di precipitare da un momento all'altro (anche qui ha nevicato parecchio quest'anno).

Percorriamo il sentiero in direzione sud verso Corippo, piccolo villaggio che raggiungiamo in 40 minuti. Il percorso e' facile e molto bello e' il paesaggio circostante.



Sicuramente una gita piacevole da fare con amici poco inclini alle lunghe camminate.

Grigna - Rifugio Rosalba

24 maggio 2009

Questa volta la mia meta e' il Rifugio Rosalba sulla Grigna meridionale (Grignetta).
Lasciata l'auto ai Pian dei Resinelli, vicino all'ex rifugio Albani, si segue la larga mulattiera, dove un cartello indica la direzione per il Rosalba. Proseguendo, la mulattiera si trasforma in un sentiero che sale abbastanza dolcemente per poi inerpicarsi sempre piu'.
Passati alcuni tratti attrezzati con corde, si giunge ad un bivio, una palina segnaletica indica per entrambe le direzioni come destinazione il Rifugio Rosalba. A sinistra per il sentiero le Foppe, a destra per il piu' impegnativo e dal nome poco invitante “Sentiero dei Morti”.



Per scaramanzia (e un po' di prudenza) prendo a sinistra. Il sentiero si inerpica ancora di piu' passando tra roccette varie.



Una volta fuori dal bosco, il sentiero si apre su uno scenario stupendo. Ci si ritrova circondati da numerosi pinnacoli di roccia ed in alto si vede gia' il rifugio.



Poco prima di giungere al rifugio si passa sotto delle pareti dove sono impegnate diverse cordate.



Il tempo impiegato per raggiungere il rifugio e' di 2 ore e 20 minuti.