29 ottobre 2011

Un angolo di Tibet sull’Appennino Emiliano

23 Ottobre 2011

Casualmente sono arrivato a Votigno di Canossa, portato da un gruppo di amici durante una passeggiata. Votigno di Canossa e’ un piccolo borgo medioevale completamente restaurato (si dice anche con il contributo di Richard Gere e di George Clooney) e’ adibito a luogo sacro del buddismo tibetano. Ufficialmente riconosciuto come luogo di preghiera dal Dalai Lama, che lo ha visitato di persona.
Ci si arriva tramite una strada che percorre in saliscendi i pendii appenninici alle spalle di Reggio Emilia, non lontano dal castello di Matilde di Canossa. E subito ci si accorge di essere arrivati in un luogo singolare, Se uno ci arrivasse chiuso in un furgone potrebbe pensare veramente di trovarsi in Tibet.
Statue di Budda, bandiere votive, ruote di preghiere sono sparse in ogni angolo del borgo. E non e’ difficile incontrare anche un autentico monaco tibetano.





11 luglio 2011

Rifugio Bietti - Grignone

10 Luglio 2011

Percorso tracciato con GPS

L'idea e' quella di portare i miei ragazzi a vedere la Porta di Prada, un arco naturale che si trova sulle pendici della Grigna Settentrionale.

Lasciamo l'auto al parcheggio del Cainallo e da li' prendiamo il sentiero 24 che porta al rifugio Bietti e poi al Brioschi che si trova sulla vetta.

Camminiamo nel bosco fino ad un bivio. A sinistra il sentiero diventa il 25 e porta al Bogani. Noi prendiamo a destra in rapida salita. Dopo poco usciamo dal bosco e arriviamo alle Bocchette di Prada, dove si potrebbe vedere Mandello del Lario (se non ci fossero le nuvole). Una targa sulla vicina capella commemorativa, ci spiega che le Bocchette erano un posto di sentinella dei partigiani.


Proseguendo a sinistra sul sentiero, si vede la Porta di Prada, dove arriviamo in pochi minuti. Nei pressi scorgiamo anche alcune stelle alpine.



Dopo la sosta, riprendiamo il sentiero che ci porta al Rifugio Bietti, dove arriviamo poco prima di mezzogiorno.



Al rifugio sostiamo un paio d'ore, con il tempo che alterna nuvole basse a schiarite dove il sole di luglio si fa decisamente sentire.


Verso le 14.00 ci incamminiamo sulla strada del ritorno ripercorrendo lo stesso percorso.

5 aprile 2011

Uschione – Alpe Damino (Valchiavenna)

4 Aprile 2011

Percorso tracciato con GPS

Per questa escursione sono andato con il gruppo di Montagna Incantata. L’escursione prevede due mete: la prima e’ Uschione, villaggio che fino agli anni ’50, era abitato da oltre 400 persone, poi la posizione isolata (l’unica via di accesso era la mulattiera da Chiavenna) ne ha decretato l’abbandono.
Negli ultimi anni, grazie anche alla costruzione di una carrozzabile, il villaggio ha ripreso vita; molte case sono state restaurate e adibite a seconda casa.
La seconda meta e’ l’Alpe Damino, antico pascolo dove vi portavano le mucche in alpeggio estivo. Anche qui la carrozzabile che arriva nelle vicinanze, ha consentito il recupero di alcune baite.

Il punto di ritrovo e’ in Stazione Centrale alle 8.00 circa. Alle 8.20 e’ partito il nostro treno per Colico, dove abbiamo cambiato con la “tradotta” per Chiavenna dove siamo arrivati intorno alle 10.30.

Una breve sosta per fare colazione (la seconda della giornata) e poi abbiamo iniziato la salita ad Uschione percorrendo l’antica mulattiera che parte alle spalle della stazione di Chiavenna (333m slm).

Il percorso e’ quasi tutto nel bosco, la mulattiera e’ in ottime condizioni, e le “scalinate” aiutano sopprattutto nei tratti piu’ ripidi. Dopo una mezz’ora giungiamo a Belvedere, un “balcone” che offre una bella vista panoramica su Chiavenna e la Val Bregaglia. Dopo poco piu’ di un’ora arriviamo al villaggio di Uschione (circa 900m slm).

Attraversato Uschione, abbiamo proseguito per la nostra seconda meta, passando per una zona di crotti ormai abbandonati.
Oggi il termine “crotto” e’ diventato sinonimo di trattoria tipica della Valtellina. Ma in realta’, il crotto e’ una grotta formatasi tra gli enormi massi di antiche frane. L’aria che vi passa attraverso si reffredda, creando di fatto un frigorifero ventilato naturale. Gli antichi abitanti, dopo aver chiuso con muri e robuste porte gli accessi, hanno sfruttato per secoli questi ambienti, per la stagionatura e conservazione di salumi e formaggi.

Lasciati i crotti, il sentiero, che non e’ piu’ lastricato, sale piuttosto ripido, ma sempre nel bosco. In un'ora circa arriviamo all’Alpe Damino (circa 1200m slm). Qui si gode di una splendida vista sulla maestosa parete nord del Pizzo di Prata.

Dopo una sosta per il pranzo e per prendere un po’ di sole, alle 14.30 ci siamo incamminati per il ritorno sullo stesso percorso.

18 marzo 2011

Invernale anche sul Resegone.

12 Febbraio 2011

Non poteva mancare una salita sul Resegone con la neve.
Almeno questa era l’intenzione ma in realta’ la neve manca, perche’ dal versante sud e’ scomparsa quasi del tutto.
Il percorso che seguo e’ il solito. E’ una bella giornata di sole, come gia’ detto la neve e’ quasi scomparsa, tranne in alcuni tratti che per quasi tutta la mattina sono in ombra.
Ma la montagna una sorpresa me la riserva comunque.
Ad un tratto da dietro uno sperone spuntano 3 camosci che mi passano a meno di 10m. Non credevo che ce ne fossero sul Resegone.
Putroppo come sono apparsi sono anche spariti, senza lasciarmi il tempo di prendere la macchina fotografica.





Grigna invernale

29 Gennaio 2011

Le previsioni davano brutto tempo e infatti nevica. Ma non rinuncio, voglio provare a salire in vetta alla Grigna, con la neve e con il brutto tempo.

Salgo dalla classica Cermenati, il primo tratto e’ abbastanza pulito, poi devo mettere i ramponi, la neve e’ ghiacciata e senza non riesco piu’ a salire.
La visibilta’ e scarsa, ma le tracciate lasciate dai vari escursionisti sono ben segnate. Devo dire che camminare in montagna con il brutto tempo ha il suo fascino.
Arrivato in vetta, mi concedo giusto il tempo per mangiare una banana e poi ridiscendo. Nevica fa freddo e intorno non si vede niente.
Non ha molto senso fermarsi di piu’.
Brutto tempo, niente foto.

10 marzo 2011

Con i figli sul Resegone

28 Agosto 2010

Ancora in montagna con i figli, ancora sul Resegone. Questa volta li porto sul percorso che ormai ritengo un classico. Dai Piani d’Erna saliamo per il sentiero N.5 e poi il diretto N.1.
Anche se c’e’ qualche tratto su roccette, i ragazzi se la cavano bene e si divertono.




8 marzo 2011

Trekking all’Alpe di Siusi

1-5 Agosto 2010

Avendo una settimana di ferie ad Agosto, ho pensato di partecipare ad un trekking organizzato da La Montagna Incantata
Cinque giorni di camminate nel cuore delle Dolomiti tra lo Sciliar, il Catinaccio e il Sassolungo.



1° Giorno - Partenza da Milano in treno, con arrivo a Bolzano, poi con il bus fino a Siusi, dove prendiamo la cabinovia per Kompatsch (1844 m). Mangiato un panino inziamo la salita al rifugio Alpe di Tires (2440 m), sotto i Denti di Terrarossa, che sara’ la nostra base di appoggio.
Poco prima di giungere al rifugio, ci siamo imbatutti in una simpatica marmottina che aveva la tana prioprio a ridosso della carrozzabile.






2° Giorno – Camminata di “riscaldamento” al rifugio Bolzano (2475 m.). Il percorso e’ abbastanza agevole, con poco dislivello, putroppo il tempo non e’ un granche’, nuvoloso con qualche accenno di pioggia e soprattutto la scarsa visibilita’ ci impedisce di godere pienamente dei panorami circostanti.
Comuque in circa due ore e mezza arriviamo al Bolzano. Da li breve escursione alla cima del Monte Pez (2563 m.) sempre immersi nelle nebbie.
Riscendiamo al rifugio dove facciamo una sosta “gastronomica” per poi, nel pomeriggio, rientrare tranquillamente al nostro rifugio base. Lungo il percorso attraversiamo un prato, letteralmente coperto di stelle alpine, non ne avevo mai viste cosi’ tante e tutte insieme.






3° Giorno – Il programma prevedeva un’escursione al rifugio Sassopiatto (2300 m).
Anche questa escursione e’ stata abbastanza “leggera”, pero’ il tempo bello ci ha consentito di ammirare le favolose cime circostanti; il Catinaccio (che su questo versante si chiama Rosengarten, Giardino delle Rose), il Sassolungo, il Sassopiatto e molte altre.
Siamo arrivati al rifugio Sassopiatto giusto all’ora di pranzo, giusto in tempo per la nostra sosta gastronomica, che diventera’ una costante di questi giorni.
Nel pomeriggio ci siamo incamminati sul sentiero di ritorno, scendendo pero’ verso Kompatsch, per poi riprendere il sentiero del primo giorno. Interessante lungo il percorso la presenza di alcune formazioni laviche, simili a “mammelloni”, tipiche di eruzioni vulcaniche sottomarine, che confermano come le Dolomiti fossero il fondale di un oceano primordiale.






4° Giorno – Escursione al rifugio Bergamo (2134 m.)
Sicuramente la piu’ bella ed impegnativa delle escursioni in programma. La giornata promette bene c’e’ un bel sole.
Iniziamo salendo un costone roccioso, proprio davanti al nostro rifugio. Alcune funi ci aiutano nei passaggi piu’ esposti. Sempre salendo giungiamo al passo Molignon (2598 m.).
Dal passo scendiamo in un ripido canalone ghiaioso al vallone del Principe, proseguendo poi su un sentiero il leggera discesa arriviamo al rifugio Bergamo. Il rifugio e’ molto bello. La sala principale e’ tutta rivestita di legno ed ha un sapore antico, in effetti il rifugio e’ del 1887.
Facciamo la solita sosta culinaria, prima di tornare al nostro rifugio per il sentiero che passa dal Buco dell’Orso. Il percorso e’ molto bello ed abbastanza impegnativo.
Dal rifugio Bergamo scendiamo verso valle fino ad entrare nel bosco (dove raccolgo alcune pigne di pino mugo che uso per fare la grappa) scendendo a circa 1800m, per poi risalire rapidamente, tra rocce e passaggi con corde fisse fino ai 2440. del nostro rifugio, per un dislivello di oltre 600m.







5° Giorno – Ritorno a casa.
Lasciamo il rifugio Alpe di Tires per l’ulima volta, saliamo alla Forcella dei Denti di Terrarossa, per poi scendere fino a Kompatsch.
Il tempo e’ pessimo, la pioggia ci accompagna per tutta la strada fino a Bolzano.